23 febbraio 2010

L'Uomo



Vi è mai capitato di salire sulla vetta di una montagna, guardare giù la luce del tramonto che bagna le verdi vallate, la neve perenne che sfida indomita la luce e il calore emessi dal sole? Quali pensieri giungono a voi durante quel magico momento?


Io mi dico sempre: “guarda Davide, il mondo è ai tuoi piedi!” Ma è veramente possibile ciò? Può l’uomo sconfiggere le leggi che la sua stessa natura gli impone? Qualcuno dice di sì. Qualcuno crede che sia un compito dell’uomo raggiungere e superare i limiti imposti dalla stessa natura. Ognuno poi ha la sua opinione. Una domanda vorrei fare a tutti: fino a dove? Quando l’uomo smette di fare del progresso trasformandolo in danno?


Voglio analizzare il modo in cui gli animali superano gli ostacoli: quando c’è un problema loro si evolvono piano piano per superarlo. Confrontiamolo con quello dell'uomo: quando noi trova una difficoltà, la abbatte a sue spese. Così se vogliamo attraversare le montagne, le perforiamo, se abbiamo bisogno di muoverci velocemente, inventiamo il motore.


Cosa manca dunque all’uomo? La misura. Non possiamo riempire il mondo dei nostri rifiuti, non possiamo aggiungere all’aria tonnellate di gas senza conseguenze.


Forse è proprio l’animo umano che ci fa agire così. Mi sembra che nessuno riesca ad accettare ciò che trova fuori dalla sua portata. È forse per questo che l’uomo manipola e modifica (a volte in peggio) qualunque ambiente sia più grande, magnifico, immortale di lui.


Già, immortale. È forse la ricerca dell’immortalità quella che spinge l’uomo a tanta violenza? Dando un occhiata ai giochi più usati dalla gente, ci rendiamo conto di quale ruolo ha la morte nella società. È quindi paura quella che spinge l’uomo. Una paura tale che almeno nella finzione egli ribalta i ruoli e si rende padrone della morte, diventandone infine succube.

1 commento:

  1. Complimenti Faso, comincio la giornata leggendo due post molto intensi. Grazie!

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